La fine della Terra…
- Verso di Noi
- 7 mag 2022
- Tempo di lettura: 4 min

8 Ottobre 2018
Questo viaggio è stato magico.
Non sono proprio ancora alla fine, ma è come se già lo fosse.
Ricordo quando il 25 Agosto varcai i Pirenei. Partii con il buio dell’alba, con il freddo e uno zaino pesante, che anche se oggi è pieno, all’ inizio sembrava un macigno.
La mia prima Alba la ricordo come se fosse ieri, uno spettacolo della natura.
Ma poche ore dopo iniziava il vento, la nebbia, le capre e i cavalli nei campi bagnati dalla rugiada di quei monti che dividono la Francia dalla Spagna.
Camminavo sicura di me, pensando di sapere già molto, anche se avevo qualcosa ancora da imparare e facevo fatica in ogni passo. Oggi penso che una Delle cose che ho imparato è che non sapevo niente allora, come non so niente oggi. Solo che il niente di oggi ha lasciato che mi arrendessi a ciò che questo cammino voleva da me.
Il cammino è stato lungo, duro, difficile, ma incredibile. Pensavo di sapere, avevo mille pensieri e progetti in testa, mille idee sulla vita, mille giudizi su cosa significasse il giusto e lo sbagliato, qualche idea su come volessi diventare, tanti pareri su molti argomenti.
Oggi tutto questo l’ho lasciato andare nell’oceano, non mi appartiene più. Il cammino mi ha fatto male fisicamente e interiormente, ho ricevuto colpi duri da digerire, alcuni giorni avrei voluto non averlo mai iniziato. Ma un passo alla volta ho imparato a prendere e lasciare andare ogni momento, sia quelli belli che quelli che avrei volentieri evitato.
Il cammino mi ha insegnato ad assaporare l’ intensità dell’ istante presente e a fluire con esso, arricchendomi di tutto ciò che c’è ora e di passare sempre oltre.
Poi un giorno sono arrivata a Santiago e dentro quella magica cattedrale ho trovato ciò che stavo cercando e che aveva sempre camminato con me, ma di cui non mi ero accorta.
Fui pervasa da una gioia mai provata prima così intensamente, anche se mi sembrava la condizione più naturale del mondo. Forse un tempo che la mia mente non può ricordare già vivevo così.
Mi innamorai perdutamente di qualcosa che non era niente, ma allo stesso tempo era tutto. Mi innamorai di qualcosa che non era un luogo, né una persona, né una cosa, semplicemente era tutto e non era niente. Sentii il mio cuore che non era più lo stesso, questa volta era libero e poteva battere per ogni cosa.
L’altro giorno, camminando da sola nei boschi, tra i pini marittimi e gli eucalipti non sentivo la fatica dei 32 km che dovevo percorrere per arrivare all’ oceano.
Cominciai a camminare di notte, quando le stelle e la luna erano in cielo e nei boschi non c’era nessuna luce, quindi potevo ammirare uno spettacolo eccezionale. Non chiedetemi se avevo paura, perché mi sentivo davvero tranquilla e mai sola. Semplicemente camminavo e ammiravo la meraviglia del cielo.
Camminai a lungo con diversi compagni incontrati lungo il cammino, fino a quando fui distratta da un ragazzo italiano che mi preparò un caffè con leche, che viveva in una specie di fattoria dove una pecora dormiva nella sua cuccia.
Ero tentata a fermarmi ma sentivo di dover proseguire.
Fino a quando, dopo un lungo bosco vidi l’ oceano. Respiravo la brezza marina e l’ immensità di quei luoghi mi ricordò un pezzo della mia poesia preferita, ” e mi sovvien l’eterno”.
Camminai con il cuore, perché le mie gambe erano distrutte ma non lo sapevano e aumentavano il ritmo. Dalla strada vidi l’ acqua dell’oceano che sembrava una piscina.
Decisi che anche al costo di dover passare in mezzo ai rovi avrei fatto il bagno lì. Per fortuna c’era un sentiero che mi portò in una caletta di sabbia bianca dove non c’era nessuno, se non una ragazza con cui poi passai il resto della giornata.
Fu uno dei momenti più belli della mia vita.
Poi vidi il tramonto di fianco alla chiesa di Muxia.
Il sole che tramontava mi stava parlando, era come il regalo che Santiago mi stava facendo per aver resistito e superato le sue prove, per aver imparato molte lezioni di cui prima non volevo nemmeno sapere.
Guardando l’ oceano che avvolge il sole per la notte, come un gigantesco lenzuolo nel quale avvolgersi, pensai a quando i miei occhi non sapevano vedere.
Ora i miei occhi sono aperti, il mio cuore libero e la mia anima sorridente.
Santiago mi ha insegnato come un severo maestro ad amare tutto, ogni cosa, persona, animale, situazione per il solo fatto che esistono e quindi sono. Mi ha insegnato ad amare l’ essenza di questa vita e a non avere paura di niente.
Mi sento di aver appreso queste lezioni, anche se sono sicura che dovrò ancora sperimentarle del tutto. Per ora posso solo dire questo. Che è stato un viaggio incredibile, che la vita che vedo ora è meravigliosa e che il mio cuore è aperto ad accogliere ciò che si presenterà sul mio cammino.
La nostra essenza è eterna e immensa come quell’ oceano che oggi mi si è spalancato davanti a Finisterre, la fine della terra.
Quelle onde portano lontano da me ciò che non mi serve più e quell’immensità mi ricorda l’eterno e le infinite possibilità che sono lì davanti a me e aspettano soltanto di essere colte.
Questo posto mi ha cambiato per sempre.
Citando Larse, una bambina che l’ altra notte dormiva di fianco al mio letto, l’ oceano è meraviglioso e ” si tu as de la chance tu peux voir aussi les dauphins”. Hai ragione Larse l’ oceano è meraviglioso…
di Chiara Fantini
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